venerdì 21 agosto 2009

fonte: http://guevina.blog.espresso.repubblica.it/resistenza/2009/08/la-bont%C3%A0-che-ci-impoverisce.html

Siamo stati così generosi da toglierci la democrazia di bocca? Abbiamo fatto davvero un ottimo lavoro in Afghanistan, è orgoglioso persino Fassino, immaginate quindi la soddisfazione di questo governo, auto dichiaratamente guerrafondaio. Grandi titoli e molti inviati per raccontarci come le urne siano costate solo 26 morti. Troppi inviati a dirci che la democrazia l’abbiamo piazzata come il pesce al mercato. Giusto ieri, invece, ci ricordavano che una guerra ha bisogno di uomini e di mezzi, e che in guerra si deve uccidere.

Io lo dico da molto: abbiamo esportato così tanta democrazia che ce la siamo tolta di bocca, rimanendone sprovvisti.

Il Viminale è scettico sulla morte di 73 esseri umani eritrei, che nessun peschereccio italiano ha voluto o potuto vedere in mezzo al mare. Ci interessa troppo far togliere il burqua alle donne afghane, sconvolgere equilibri che, nel bene o nel male, da sempre regolamentano la vita di un popolo, ci interessa troppo la produzione dell’eroina, ci interessano ancora di più i territori in cui far passare i gasdotti. Non possiamo fermarci a pensare che grazie alle leggi di stampo nazi fascista approvate recentemente in Italia, ci sia anche chi è costretto a fare finta di non vedere un centinaio di persone che naufragano lentamente verso la morte certa.

Malta intanto inizia a recuperare qualche cadavere, del quale noi non sentiremo la puzza, e che quindi facilmente scorderemo già da domani, quando verremo bersagliati da nuove e terrificanti dichiarazioni leghiste, che probabilmente vieteranno agli extraterrestri, una volta giunti in Italia di mangiare ratti e piccioni, di indossare le loro pelli da rettile. Ci sarà borghezio pronto a dichiararsi favorevole al porto d’armi per chi volesse una pistola faser. Intanto di migranti non si parla più, perché il problema è stato risolto dai proclami di questa classe dirigente ignorante e populista, fascista nel più becero dei modi che da tempo ha capito a quale grado di indifferenza e stupidità sia arrivato questo popolo italiota.

Tutti pronti a voler denudare le donne mussulmane, come se questa fosse la libertà dell’essere donna, e nessuno (o troppo pochi) pronti ad indignarsi veramente quando si comprende che per questo stato, la vita umana non vale proprio un cazzo.


73 esseri umani sono morti oggi, volevano essere liberi di vivere.

Fonte: www.repubblica.it


Ancora una volta Silvio Berlusconi tenta il gioco di prestigio: con un colpo di magia prova a fare scomparire la realtà. O almeno a colorarla con la vernice dei sogni. Sogni italiani, sogni casalinghi, sogni isolani. Da Villa Certosa, circondato da figli e nipotini, si mostra in una serie di foto ritoccate che gli tolgono dieci anni, e rilascia agli italiani la sua versione.

C'è una strategia ben precisa: ribattere il chiodo con sicurezza, in modo che l'Italia berlusconiana, e anche l'opinione pubblica più o meno neutrale, si rafforzi nell'idea che il premier è puro come un giglio. Naturalmente ciò che ha detto nell'intervista rilasciata a Chi, settimanale di proprietà, è stato studiato e calcolato con attenzione certosina. Il premier sostiene di non avere mai intrecciato ""relazioni" con minorenni" e di non avere mai "organizzato "festini"". Le sue cene, "simpatiche" erano "ineccepibili sul piano della moralità e dell'eleganza". Infine, spiega Berlusconi, "non ho mai invitato consapevolmente a casa mia persone poco serie".

Si tratterebbe innanzitutto di capire che cosa significa quell'avverbio "consapevolmente". Vuol dire che "inconsapevolmente" persone poco serie sono state ospiti di Palazzo Grazioli e di Villa Certosa? È un'ammissione involontaria? In ogni caso va messo agli atti che il premier insiste con la strategia delle verità distorte.

Indifferente a tutto, alle registrazioni con le escort e alle conversazioni telefoniche con il procacciatore Giampaolo Tarantini, Berlusconi modella il proprio racconto accusando i suoi nemici di avere montato un castello di "calunnie". Questa sottrazione di realtà gli viene facile perché da quando è emerso lo scandalo della prostituzione di regime i media televisivi controllati politicamente hanno fatto il possibile per imboscarlo. Il Cavaliere può raccontare a cuor leggero che anche la Cei e il suo organo di stampa, Avvenire, sono caduti nella trappola allestita dai suoi avversari, e che l'intero mondo cattolico è stato ingannato da un cumulo di bugie e di notizie false ai suoi danni.

Fin qui non c'è da stupirsi. Sono settimane che il premier si aggrappa ostinatamente alla sua versione, sicuro che la gente si convincerà che tutte le chiacchiere su di lui sono semplicemente gossip, pettegolezzo, calunnia, un caso di malevolenza politica organizzata. Ma forse per capire meglio la tattica berlusconiana è opportuno mettere a fuoco anche gli strumenti mediatici a cui è ricorso. Le foto famigliari pubblicate da Chi sono di impressionante chiarezza nelle intenzioni: si rilascia un'intervista a un settimanale popolare, per comunicare all'Italia del popolo e al Popolo della libertà che Berlusconi è un'immagine sacrale, un politico senza macchia. Le immagini con il nipotino di 22 mesi, o quella pensosa nello studio privato di Villa Certosa, intendono rappresentare il profilo di una figura esemplare e incorrotta, legatissimo alla famiglia nonostante le pratiche del divorzio da Veronica Lario, dopo "una vera storia d'amore" durata trent'anni.

Il "Nonno Superman", come lo chiamano in modo impegnativo i nipoti, non esita a proporsi come una figura insieme ricchissima e popolare, una guest star del suo giornale, del suo impero economico, di un'estate da favola. Non ci sono tabù estetici nello stile di un protagonista che impone la sua presenza dichiarandola insostituibile. Lo si riscontra osservandolo accanto a una fontana dal curioso stile assiro-nuragico, ma ciò che colpisce è il contesto di contenuto e di immagini del giornale domestico. Basta girare qualche pagina, infatti, e la figura del premier cede il passo alle specialità di un settimanale di pettegolezzi: gli spettacolari tatuaggi del macho Fabrizio Corona, le confessioni dell'ex tronista Costantino Vitagliano, le carezze hot tra Federica Pellegrini e il suo fidanzato Luca Marin.

Tutto questo potrebbe apparire una caduta nel trash, ma il giudizio sarebbe impreciso. Come sempre quando si trova in difficoltà, Berlusconi inventa la sua realtà virtuale, e cerca di uscire dalla trappola con un volteggio da acrobata. Inventa un mondo a colori che sorprende il pubblico, genera ammirazione, suscita solidarietà nei fan. Il berlusconismo non è semplicemente una patina di glamour su una modalità di vita. È una filosofia: una visione che mescola bugie, propaganda politica, interessi privati, fascino della ricchezza, costruzione dell'immagine, manipolazione delle opinioni. Con l'idea che in fondo, e in genere, Berlusconi siamo noi. O che dovremmo essere con lui. Che la società italiana deve accettare la mitologia creata da un capo benevolo e ferito dalla perfidia dei nemici. Di nuovo è "una storia italiana", come si intitolava l'epopea illustrata del berlusconismo. E anche questa volta smontare l'inganno non è facile, in un paese dominato dal conformismo e dalla sicurezza tracotante con cui i media padronali e di Stato si sono impegnati a occultare la realtà.

mercoledì 19 agosto 2009

RIDERE DI SGARBI è UN REATO !?!?

(19/08/2009) - Dopo le minacce al Sindaco della Città di Salemi Vittorio Sgarbi, gli strani segnali contro il Vice Sindaco Antonella Favuzza, le teste di maiale e i cani morti recapitati sotto gli uffici comunali e le tante telefonate anonime, il Ministero dell’Interno, attraverso la Prefettura di Trapani, ha assicurato a Sgarbi una scorta sotto forma di tutela. Nel contempo Vittorio Sgarbi ha dato mandato ai suoi legali di denunciare Beppe Grillo per istigazione a delinquere. «Infatti tra le telefonate anonime ricevute in questi mesi - spiega Sgarbi - ne risultano alcune ispirate dal blog del modesto comico. Nello specifico, il 5 agosto sul blog di Grillo (www.beppegrillo.it) è apparsa la registrazione falsata di un popolatissimo comizio tenutosi lo scorso giugno a Rosolini (durante la campagna elettorale per le elezioni europee), dove un provocatore ubriaco – o finto tale – è stato allontanato dalla Polizia. Il comico - spiega Sgarbi - ne ha attribuito la responsabilità a me, e il suo blog si è presto riempito di centinaia di messaggi minacciosi ispirati dalla falsa notizia, così come era accaduto dopo un’analoga provocazione ad Agrigento. Osservo - aggiunge Sgarbi - di trovarmi al centro di comportamenti teppistici in ogni parte d’Italia, da parte di minoranze agguerrite e rumorose, tra una falsa mafia ed una falsa antimafia. In ogni caso – conclude Sgarbi – manifesto la difficoltà di esprimere pensieri liberi contro la devastazione del paesaggio in Sicilia attraverso l’installazione di impianti eolici e fotovoltaici, e contro la diffamazione sistematica di chi trae vantaggio dal professionismo dell’antimafia infangando la Sicilia e mortificandone le risorse»

Fonte: http://www.imgpress.it/notizia.asp?idnotizia=44526&idsezione=1

Il post di Grillo è questo: RIDERE DI SGARBI E' REATO.
Lo riportiamo di seguito per intero (cliccate sull'immagine per vedere il video).

"Il comizio di Sgarbi a Rosolini è un pezzo di comicità assoluta. Imperdibile. Un pensionato seduto sotto il palco. Una piazza semi vuota. Nessuno ad ascoltarlo. Un ragazzo ha riso del suo discorso. Si è preso del drogato, del grillino, del patetico, della zucca vuota. Sgarbi ha minacciato di mangiarlo (?) vivo. Il ragazzo è rimasto in silenzio, sbalordito. A tutela della serietà di Sgarbi sono subito intervenute le forze dell'ordine. Il ragazzo è stato portato via in macchina. Per dove? E perché?!


Condivido il blog di Franca Rame
http://www.francarame.it/?q=node/370

A partire dal 1929, con la firma dei Patti Lateranensi, lo stato italiano si fa carico della dotazione di acqua per lo Stato Vaticano, in virtù dell’articolo n. 6, che al primo comma dice che "L’Italia provvederà, a mezzo degli accordi occorrenti con gli enti interessati alla Città del Vaticano un’adeguata dotazione d’acqua in proprietà".

L’Italia si fa carico da allora dei 5 milioni di metri cubi d’acqua consumati in media dallo Stato Pontificio. Per le acque di scarico, Città del Vaticano si allaccia all’Acea, ma non paga le bollette, perché non riconosce la tassazione imposta da enti appartenenti a stati terzi. In soldoni, non riconosce Acea perché è "straniera".

Quando Acea si quota in borsa nel 1999, chiede un intervento al governo italiano, che ripiana i 44 miliardi di lire di debiti relativi alla fornitura delle acque vaticane. Da quel momento, la Chiesa avrebbe dovuto farsi carico di una spesa di 4 miliardi di lire annui, ma non è andata così. Tutti i salmi finiscono in gloria, e lo Stato italiano si trova di nuovo nel 2004 a pagare il conto: tocca alla finanziaria 2005 stanziare 25 milioni di euro subito e quattro dal 2005 per dotare il Vaticano di un sistema di acque proprie.

Nel 2001 il Governo Berlusconi istituisce una commissione bilaterale per provare a dirimere la questione delle acque bendette, ma pare che ci sia poco da fare per i debiti che ACEA lamenta, il Vaticano è disponibile a pagare solo una quota di 1.100 euro, per realizzare un depuratore. STOP.

La commissione ha assicurato allo stato pontificio la dotazione d’acqua richiesta (1059 once all’anno) sempre con carattere di gratuità, come disposto dai patti lateranensi, per far fronte alle esigenze sia all’interno delle mura Lonine, che all’esterno, a beneficio delle sedi di dicasteri ed enti contrali della Chiesa, indicati dalla Santa Sede con apposito elenco, che viene aggiornato in via diplomatica. Quali e quanti siano è da scoprire. Il Vaticano comunque corrisponderà un contributo periodico in riconoscimento degli oneri connessi al trasporto dell’acqua.

Carta e penna alla mano, facendo due conti si realizza facilmente che il debito dal 1999 ad oggi ammonta a circa 52 milioni di euro.

C’è da strabuzzare gli occhi, al pensiero dell’enorme buco che lo stato italiano ha dovuto ripianare e che Acea ha tollerato, soprattutto se si confronta con un normale cittadino, che se non paga una bolletta rischia di trovarsi i sigilli sul contatore!

L’acqua è diventata un bene preziosissimo per il pianeta, a causa delle molte guerre che per essa si combattono. Nei Paesi poveri si imbracciano i fucili per avere qualche zampillo d’acqua potabile che garantisca la sopravvivenza. Nei Paesi ricchi invece il business si fa privatizzandola: comprando a poco prezzo le fonti, e rivendendo in bottiglie di plastica etichettate un "prodotto" che in realtà è un bene primario, un’esigenza per la vita della collettività.

Le grandi multinazionali e le multiutility dei comuni fanno schizzare i bilanci alle stelle vendendo l’acqua a prezzi più elevati del petrolio, ma l’acqua è soprattutto vita, bene comune dell’umanità. Ecco perché anche il Vaticano dovrebbe riconoscerle il giusto valore (se non per il debituccio…).

Non c'è più religione...come faremo?

Pubblico questi interventi che mi giungono da un'amico, la penso esattamente come lui.
Facciamo girare le informazioni qui sul web, dove il bavaglio ancora non ce l'hanno meso!




Il Tar esclude gli insegnanti di religione cattolica dagli scrutinii scolastici. I giudici, fra le motivazioni della decisione, scrivono: “Lo Stato, dopo aver sancito il postulato costituzionale dell..assoluta, inviolabile libertà di coscienza nelle questioni religiose, di professione e di pratica di qualsiasi culto “noto”, non può conferire ad una determinata confessione una posizione “dominante” – e quindi una indiscriminata tutela ed un..evidentissima netta priorità – violando il pluralismo ideologico e religioso che caratterizza indefettibilmente ogni ordinamento democratico moderno”.
Il tratto di sentenza è limpido e in perfetta sintonia con i princìpi costituzionali della Repubblica italiana. Ma i giornali, in coro, amplificano le capricciose paturnie del Vaticano. Tutti i nazionali, a piena pagina, scrivono più o meno “Ora di religione, la Cei attacca”.
La ministra della scuola Maria Stella Gelmini, escort poligama di palazzo sia del corruttore che del Vaticano, annuncia subito ricorso al Consiglio di Stato. L’ovvietà di quella sentenza non fa testo per la bresciana. Il principio che impegna la Repubblica a tutelare la libertà di coscienza anziché il dogma calato dal cielo, lei e il suo governo di puttanieri lo usa per pulirsi il fondoschiena. Gli italiani? Pensano al jackpot del Superenalotto.

Fonte: http://www.danielemartinelli.it/


Di notizie come queste che fanno rabbividire ce ne sono a decine basta pensare alle esternazioni dei leghisti (W il dialetto, semplicemente pazzesco) di Berlusconi (azioni incisive contro il crimine organizzato, ma se il primo dei mafiosi è lui!) e di chissa quanti altri di quella feccia che sta al governo.
E' ora di dire basta, qualche proposta per farli tacere? Per sempre?


Il presidente del Consiglio sputa nel piatto dove mangia e dichiara che "vorrebbe passare alla storia come uomo che ha sconfitto la mafia". Ma questo, oltre ad essere un chiaro e singolare conflitto di interessi, e' anche una presa per i fondelli degli italiani e dei veri eroi della lotta alla mafia, uomini del calibro di Falcone e Borsellino.

Come intende sconfiggere la mafia Silvio Berlusconi allevandola in casa? Prendendone il controllo dall’interno? Invitando alle sue solite cene private i vari Provenzano, Riina, De Stefano? I padrini di Cosa Nostra non li può comprare a buon prezzo come Bossi o Fini, se ci stringi un patto (di sangue) viene stralciata la clausola di risoluzione del contratto!

E poi, con quali voti pensa di fare la differenza politicamente nel Paese, il Cavalier nostrano, se non con quella dei sodali malavitosi?

Non è per caso lui che ha ospitato un assassino di Cosa Nostra in casa propria sotto le mentite spoglie di uno stalliere?

Non è per caso il suo partito un ottimo vivaio - nel presente Dell’Utri e, nel passato, Cuffaro - per uomini con forti relazioni con la criminalità organizzata?

Non è per caso proprio lui ad aver favorito con le leggi gli affari e l’incolumità dei criminali, attraverso la depenalizzazione dei reati finanziari, la contrazione dei tempi di prescrizione, l’eliminazione delle intercettazioni, il condono fiscale?

Non è per caso proprio il CDM da lui presieduto che ha deciso di non sciogliere il comune di Fondi per infiltrazioni della ‘Ndrangheta, dopo 17 arresti e più di 500 cartelle di atti giudiziari testimonianza della collusione tra la giunta Pdl e criminali organizzati?

Non è per caso lui che trattò, come ci dice la sentenza di primo grado che ha condannato a nove anni Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa, con i padrini delle cosche accordi e favori economici per le sue aziende, oltre la nascita di Forza Italia?

Presidente del Consiglio, come ho scritto appena due giorni fa, il suo è il governo del “favoreggiamento alla mafia” e passerà alla storia per aver rafforzato economicamente e fatto penetrare fin nei più alti ranghi delle istituzioni il flagello della criminalità organizzata.

Riporto per non dimenticare uno stralcio della sentenza che riguarda Marcello Dell’Utri e che non leggerete mai sui giornali (leggi il testo integrale). Stampatelo e diffondetelo tra i vostri amici e conoscenti perché la menzogna si combatte con l’informazione.

"Vi è la prova che Dell’Utri aveva promesso alla mafia precisi vantaggi in campo politico e, di contro, vi è la prova che la mafia, in esecuzione di quella promessa, si era vieppiù orientata a votare per Forza Italia nella prima competizione elettorale utile e, ancora dopo, si era impegnata a sostenere elettoralmente l’imputato in occasione della sua candidatura al Parlamento Europeo nelle fila dello stesso partito, mentre aveva grossi problemi da risolvere con la giustizia perchè era in corso il dibattimento di questo processo penale."

GUARDA IL VIDEO


fonte: http://www.antoniodipietro.com/2009/08/un_conflitto_di_interessi_sing.html

mercoledì 25 febbraio 2009

Il popolo e il sentire comune (Oppo)


All’«Infedele» abbiamo sentito Mentana raccontare come è stato licenziato in tronco dall’azienda del presidente del Consiglio, per aver cercato di informare su un evento (la morte di Eluana Englaro) sul quale l’editore e premier aveva lui stesso puntato i riflettori.
A «Omnibus» abbiamo invece ascoltato un dibattito sugli stupri tutto tra donne. Partecipavano, da destra, Alessandra Mussolini, che criticava le ronde e la sottosegretaria leghista Francesca Martini, che le esaltava e proponeva pure l’elezione diretta dei magistrati. «In modo che - ha spiegato - il giudice eletto sia in sintonia con il sentire popolare».
Un «sentire comune» (secondo la definizione di Bossi) che ha il vantaggio di poter essere creato per mezzo di ben orchestrate campagne mediatiche. Cosicché il giudice non debba più rispondere alla legge uguale per tutti, ma all’editore di riferimento, come un Bruno Vespa qualsiasi. E il regime che non c’è diventi sempre più simile a quello che c’era.


domenica 22 febbraio 2009

Ronda su ronda (Travaglio)

L’esordio delle temibili ronde padane a Padova è andato al di là di ogni più rosea (anzi verde) previsione. Alcune decine di siori e siore in menopausa, pittorescamente addobbati da Carnevale della sicurezza e scortati da alcuni parlamentari di Lega e An a favore di telecamera, si sono mobilitati con aria minacciosa contro il crimine che notoriamente dilaga e altrettanto notoriamente suole passeggiare nel dopocena a volto scoperto per le strade e le piazze delle grandi città. Purtroppo l’altra sera, la sera della «prima», nessuno stupratore, rapinatore, borseggiatore, topo d’appartamento s’è fatto scovare e ammanettare dall’invincibile armata. Forse erano in ferie, o in pausa settimanale, o più probabilmente han preferito agire di nascosto, lontano da occhi e telecamere indiscreti. Magari svaligiando la villetta di un rondista, profittando della momentanea assenza del padrone di casa impegnato nella ronda. In compenso la pattuglia dei tutori dell’ordine privatizzato s’è imbattuta nella sua parodia speculare: la «Rondinella rossa» di Rifondazione comunista, anch’essa molto variopinta grazie alle maschere e ai cappellini del Carnevale tradizionale. Rondisti e controrondisti sono subito venuti alle mani: spintoni, insulti, qualche uovo marchiato col «Sole delle Alpi» padano. Fortuna che c’era la Digos, presente in forze a far da cuscinetto fra gli opposti rondismi per evitare guai peggiori. È la prova che le ronde servono: quando scendono in strada, la polizia deve dedicarsi a loro anziché ai delinquenti. Che ringraziano sentitamente il governo della sicurezza.
La loro."

Manifestazione nazionale Fiom e Funzione pubblica Cgil Piazza S. Giovanni, Roma, 13 febbraio 2009 Intervento di Gianni Rinaldini, segretario generale

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Manifestazione nazionale Fiom e Funzione pubblica Cgil
Piazza S. Giovanni, Roma, 13 febbraio 2009
Intervento di Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom
Compagne e compagni, ce l’abbiamo fatta, voi ce l’avete fatta, con la vostra partecipazione, con lo sciopero
in tutto il paese, con il sacrificio che ha comportato questo sciopero in una situazione di crisi.
Voi avete risposto, in questo modo, a tutti i tentativi del governo, della Confindustria e di tutti coloro che in
questi giorni, in queste settimane, in questi mesi, hanno utilizzato e utilizzano la crisi per dividere le
lavoratrici e i lavoratori, quelli privati dai pubblici, quelli a tempo indeterminato dai precari, le lavoratrici e i
lavoratori nativi dai migranti: non ce l’hanno fatta, lo dimostra questa manifestazione.
Noi manifestiamo non perché neghiamo la crisi, sappiamo benissimo che siamo di fronte a una crisi
drammatica, e lo sanno prima di tutto quelli che vengono colpiti dagli effetti della crisi. Quello che noi
diciamo è un’altra cosa, è che noi siamo in una situazione drammatica dal punto di vista sociale; nei prossimi
mesi questa situazione diventerà ancora più pesante.
Questo determina una vera e propria emergenza nazionale, una vera e propria emergenza sociale, perché
centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori che percepiscono 700 euro al mese, per un periodo così lungo,
semplicemente non arrivano alla fine del mese. E nello stesso tempo vengono licenziati tutti i precari e poi,
dalla sera alla mattina, ci comunicano la chiusura di questo o quell’altro stabilimento. Questa è una
situazione che inevitabilmente aumenterà tutte le tensioni e aumenterà anche i livelli di esasperazione.
E allora noi diciamo che per uscire da questa crisi bisogna partire da un punto fondamentale che è quello di
un intervento che costruisca una vera e propria rete di protezione sociale. È già stato detto, non voglio
ripeterlo, riguardo gli ammortizzatori sociali, la loro estensione a tutti i lavoratori, la continuità del rapporto
di lavoro, tutto ciò che permette di costruire le condizioni materiali per ragionare sull’uscita dalla crisi.
Ci dicono: «ma questo non è possibile, perché costa». E allora noi chiediamo: «ma come è possibile che
quando bisogna salvare le banche le risorse si trovano, quando bisogna salvare il sistema finanziario si
trovano, quando c’è da assumersi i debiti dell’Alitalia si trovano, e quando c’è da intervenire sulla condizione
dei lavoratori e delle lavoratrici c’è il debito pubblico, c’è lo 0,2/0,3% che modifica le percentuali?»
In realtà le risorse ci sono, solo che vengono utilizzate per alcuni ma non per i lavoratori.
Le nostre proposte sono attraversate da due concetti, fondamentali, ed è su questo che voglio ragionare con
voi. Il primo concetto è un filo che lega tutte le nostre richieste ed è quello della cultura e della pratica della
solidarietà, che oggi sono l’opposto della cultura dell’odio e dell’intolleranza, che è propria di questo governo
e della Confindustria, quella cultura dell’odio e dell’intolleranza che vuole dividere i lavoratori persino sulla
salute, che dice a quel lavoratore straniero ammalato: «o tu torni a casa tua, o resti clandestino, o puoi
anche morire, perché non hai diritto alla salute», ma il diritto alla salute è un diritto umano internazionale ed
è una vergogna che siano attuate misure di questo genere!
La cultura dell’odio è quella che è stata utilizzata a Pomigliano, all’Innse di Milano; è la cultura dell’odio
quella che dà indicazioni di intervenire con le forze di polizia per caricare i lavoratori che sono in lotta per la
difesa del proprio posto di lavoro oppure per far portare via i macchinari dalla fabbrica perché il padrone
vuol fare una speculazione edilizia.
Questa è la cultura dell’odio e dell’intolleranza. È quella cultura che porta a voler modificare il Testo unico
sulla sicurezza di fronte a una strage quotidiana. Non sono omicidi bianchi, chiamiamoli con il loro nome,
quella che avviene nel nostro paese è una strage quotidiana di infortuni sul lavoro!
E sapete perché vogliono cambiare il Testo unico? Perché dicono che costa troppo per le imprese, ci sono
troppe penali per le imprese, perché la loro idea dell’uomo, la loro idea del lavoratore è considerarlo alla
stregua di una merce, che in quanto tale viene utilizzata nel posto di lavoro.
Questo è il primo concetto che affermiamo: la cultura e la pratica della solidarietà.
Il secondo concetto è quello della democrazia. Lo strumento che insieme al conflitto sociale è a disposizione
dei lavoratori e delle lavoratrici.
Hanno fatto un accordo separato, un brutto accordo che programma un’ulteriore riduzione del potere
d’acquisto e nega l’autonomia del sindacato. Noi manifestiamo con spirito unitario e diciamo, anche rispetto
alle dichiarazioni strampalate di questa mattina che Bonanni e altri hanno fatto: «noi siamo disponibili a
firmare anche un accordo che consideriamo un brutto accordo, se voi siete disponibili ad andare nelle
assemblee a discutere con i lavoratori e le levoratrici e sottoporre quell’accordo al voto di tutti i lavoratori e
di tutte le lavoratrici».
Se le lavoratrici e i lavoratori ci dicono che quell’accordo va bene, anche se noi non lo condividiamo, a quel
punto lo firmiamo perché noi abbiamo un unico vincolo e siamo legittimati in un solo modo: la legittimazione
deriva dal voto democratico di chi vogliamo rappresentare.
Pensateci, quando un sindacalista, ognuno di noi, è al tavolo di trattativa, si pone un problema: io sono qui
seduto a questo tavolo in base a quale legittimazione? Non ci sono molte risposte, ci sono solo due
possibilità: o la legittimazione che io ho a quel tavolo me la danno le lavoratrici e i lavoratori che voglio
rappresentare o, attenzione, se la legittimazione non è questa, è quella che ti dà la controparte, che usa la
sua controparte come elemento, questo sì, di divisione per le lavoratrici e i lavoratori.
E allora, sia chiaro, noi chiediamo una ricomposizione unitaria sul terreno della democrazia. Se non è così, se
questo non è possibile, noi non siamo disponibili ad accettare una usurpazione autoritaria nei confronti dei
lavoratori e delle lavoratrici. Quello che lì c’è scritto, i vincoli che sono scritti in quell’accordo, non ci
riguardano e non li rispetteremo!
E la scelta che ha fatto la Cgil di chiedere il referendum è una scelta di grande significato, che è anche uno
spartiacque, perché è evidente che d’ora in poi l’insieme della Cgil, nelle sue diverse categorie, non può che
assumere la democrazia e il voto dei lavoratori come elemento decisivo nei rapporti unitari con le altre
organizzazioni.
Infine mi chiedo, c’è un rapporto tra quello che sta succedendo, quello che verrà discusso nelle prossime
settimane, nei prossimi mesi, quello che riguarda le istituzioni nel nostro paese? Ho un sospetto, spero che
rimanga tale: per poter attuare quell’accordo separato hanno bisogno di intervenire sul diritto di sciopero,
limitarlo, togliere la titolarità del diritto di sciopero ai lavoratori per ricondurla a capo delle organizzazioni
sindacali. Perché temo che ci sia un progetto, un’operazione autoritaria a tutto campo di assetto di questo
paese, e leggo anche in questo modo le dichiarazioni fatte dal presidente del Consiglio sulla Costituzione;
non sono dichiarazioni nuove, le ha già fatte alcuni anni fa, e mi ricordo che allora disse che bisognava
partire dall’articolo 1 della Costituzione, laddove si dice che questa è una «Repubblica fondata sul lavoro».
Ora, noi pensiamo esattamente l’opposto, noi pensiamo che la Costituzione è stata scritta in quella che è
stata la più gloriosa fase storica di questo popolo, quella della Resistenza e della lotta antifascista.
Ci sono altre pagine, altre fasi storiche di cui ci dobbiamo vergognare. Ci dobbiamo vergognare del fascismo
e di essere stati corresponsabili di una Seconda guerra mondiale con 50 milioni di morti. Quelle sì che sono
fasi vergognose della nostra storia, della storia di un popolo che ha riacquisito una dignità per poter parlare
con gli altri popoli grazie a quella lotta antifascista che ha permesso di costruire una Costituzione
democratica. E allora il problema vero non è quello di cambiare la Costituzione, ma di attuarla, a partire dal
diritto al lavoro e dal diritto a uno Stato sociale.
Oggi, questa piazza, questa manifestazione, i sacrifici che sono stati fatti – non è semplice fare sciopero
dove ci sono due settimane di cassa integrazione, ma è proprio questo che dà maggiore valore alla nostra
iniziativa – vogliono dire questo: non pensino, non s’illudano che utilizzando la crisi possono pensare di
sconfiggere questo popolo, noi lo abbiamo dimostrato oggi, lo faremo nelle prossime settimane e nei
prossimi mesi. Svilupperemo tutte le lotte necessarie perché, badate, di fronte all’esasperazione, al disagio
sociale, vi è la necessità che ci sia un’organizzazione – e oggi questa organizzazione è la Cgil – che sia
un’organizzazione di massa, di tenuta democratica all’interno di questo paese, rispetto a chi cerca di
utilizzare il disagio sociale per aprire altre strade che sono quelle della divisione e della contrapposizione.
Grazie a voi per la partecipazione, grazie a voi per avere organizzato questo sciopero. Viva la Funzione
pubblica, viva la Fiom, viva la Cgil!

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martedì 29 aprile 2008

Nasce la Consulta Romana dei Comunisti !

autore:
consulta dei comunisti
Ordine del Giorno approvato a Roma dall'assemblea unitaria
I circa 200 compagne e compagni appartenenti a tutte le componenti comuniste di Roma riunitisi nell'assemblea unitaria “veniamo da lontano, andiamo lontano” per discutere della gravissima situazione determinata dall’esito elettorale approvano la seguente mozione:

L'estromissione dal Parlamento della sinistra intera non ha precedenti nella storia italiana dal tardo 800 a oggi.

Tutti i partiti che hanno combattuto il fascismo e dato vita alla Costituzione italiana non sono più rappresentati nelle Camere.

Le responsabilità di questo crollo elettorale sono da attribuire al progetto, sapientemente condotto da Veltroni, di riconsegnare alla destra un potere senza precedenti in Parlamento e negli Enti locali nonché di liquidare i comunisti e le sinistre.

In poco tempo, infatti, il segretario del PD è riuscito non solo a riportare in auge e far vincere Berlusconi - il quale ancora nell’autunno scorso versava in una grave crisi politica – ma anche a concedere alla destra la possibilità di conquistare la Provincia e il Comune di Roma, senza dimenticare la schiacciante vittoria del Pdl in Sicilia che farà arretrare drammaticamente la lotta alla mafia.

Le responsabilità per questo crollo elettorale della Sinistra senza precedenti non possono essere attribuite in nessun modo ai comunisti.

Le colpe, al contrario, sono da attribuire a coloro i quali hanno sconfessato e rinnegato l'identità comunista e con essa una difesa coerente ed efficace degli interessi dei lavoratori, dei giovani, delle donne. Finché c’è stato il PCI un tale risultato non è stato mai raggiunto, neanche ai tempi della sua fondazione e in momenti difficili della storia del nostro Paese. Anche nel 1924, nel dilagare della violenza fascista e sotto il Governo di Mussolini, il PCI guidato da Gramsci ottenne una percentuale di voti ben superiore a quella della Sinistra Arcobaleno e riuscì ad eleggere un significativo gruppo parlamentare.

Una seria analisi del voto smentisce chiaramente la tesi per cui a far crollare la sinistra sarebbe stato uno “smottamento” di voti dei lavoratori verso il Pdl. Al contrario emerge chiaramente che ampie fasce di proletariato non approvano le scelte di questa sinistra e hanno deciso in larga parte di astenersi o disperdere il voto.

L'esito del voto, ancorché grave (e forse non ancora pienamente compreso in tutte le sue gravi conseguenze) ci deve far reagire fermamente attraverso il rilancio e la ripresa dell'identità e degli ideali comunisti, della lotta di classe, per una politica nuova che sia espressione reale della classe operaia ed estranea alle logiche dei politicanti. Per questa via i comunisti - che in molti frangenti drammatici della nostra storia hanno mostrato senso di responsabilità e capacità di condurre battaglie vittoriose - garantiranno unità, rinnovamento e speranza di rilancio della Sinistra intera.

L’Assemblea lancia:
1. una festa della bandiera rossa con la falce e martello da svolgersi il prossimo mese di luglio.

2. L’istituzione di una Consulta romana dei comunisti come sede che prosegua lo spirito e il significato di questa stessa assemblea.

3. Fa appello a tutte le compagne e compagni d’Italia e dell’emigrazione a non abbandonarsi alla sfiducia, a reagire, unirsi e organizzarsi per rilanciare l’identità e gli ideali comunisti quale unica speranza per la salvezza della Sinistra italiana, a dar vita a consulte comuniste locali unitarie e a discutere la possibile realizzazione di una Consulta Nazionale.


NON C’E’ VITTORIA NON C’E’ CONQUISTA
SENZA UN GRANDE PARTITO COMUNISTA!

L’Assemblea unitaria delle comuniste e comunisti romani
Roma, 18 aprile 2008

lunedì 21 aprile 2008

Aggressione fascista aPerugia

Questa mattina intorno alle 07:00 un gruppo di 4 persone ha preso vigliaccamente di mira il Centro Sociale ex mattatoio di Ponte S. Giovanni di Perugia. Tali loschi individui hanno infatti effettuato atti di vandalismo nei confronti dei locali danneggiandone le vetrate e accanendosi, nella loro opera di distruzione, contro un camper parcheggiato nel piazzale nel quale stava dormendo il proprietario.

Questo squallido e vile episodio è avvenuto poche ore dopo la proiezione del film NaziRock che documenta le strette relazioni tra destra istituzionale e gruppi di estrema destra nazifascista. Nel documentario si evidenzia il tentativo di strumentalizzazione del disagio delle nuove generazioni da parte di vecchi e conosciuti esponenti dell'estrema destra (stragisti e attentatori). Il film è stato escluso dai circuiti cinematografici tradizionali in seguito a minacce e diffide fatte nei confronti di gestori di cinema (nonché dello stesso regista) da parte di aderenti all'organizzazione filonazista Forza Nuova.

Alla proiezione e alla discussione del film con il regista hanno partecipato, con attenzione ed interesse, circa 150 persone. In seguito al dibattito, terminato intorno alle 24:00, c'è stato un concerto di musica "Oi!" che ha visto ugualmente una grossa partecipazione.

I devastatori sono arrivati intenzionalmente nell'orario in cui il locale era chiuso e non c'era più nessuno. L'unico testimone che ha assistito al loro vile gesto è la persona che dormiva nel camper e che ha subito l'aggressione rimanendo chiuso all'interno del mezzo e dando tempestivamente l'allarme.

Questo episodio è l'ennesima testimonianza di un clima di intimidazione e di violenza che sta crescendo anche nella nostra città e di cui sono responsabili non solo gli estremisti di destra, ma i loro sostenitori e finanziatori che aderiscono alla destra istituzionale cosiddetta democratica, che ha recentemente vinto le elezioni. Tale clima di odio e di violenza si inserisce in un contesto favorito dalle stesse politiche della sinistra istituzionale che al malessere sociale contemporaneo non hanno risposte e rincorrono le stesse politiche razziste sul piano della sicurezza dei loro presunti avversari politici.

Centro Sociale Occupato Autogestito Ex Mattatoio - Perugia

www. csoaexmattatoio. org
info@csoaexmattatoio.org

lunedì 7 gennaio 2008

RAPPORTO VITTIME IMMIGRAZIONE DICEMBRE 2007

L’osservatorio sulle vittime dell’immigrazione
FORTRESS EUROPE
http://fortresseurope.blogspot.com/
presenta
RAPPORTO DICEMBRE 2007
ROMA - Non si ferma la strage di migranti e rifugiati alle porte della Fortezza Europa. 243 morti a dicembre, 1.861 in tutto il 2007. Almeno 11.750 le vittime dal 1988. Quello di dicembre è stato uno dei mesi con più vittime: 120 nel mar Egeo, 96 sulle rotte per le Canarie e 17 lungo le coste algerine. Aumentano le vittime nel Mediterraneo e nell’Atlantico: 1.684 nel 2007, contro i 1.625 dello scorso anno. E gli arrivi sono sensibilmente diminuiti in tutta la frontiera sud - con l’eccezione di Malta, Cipro e Grecia – a causa dei respingimenti in mare dell’agenzia comunitaria Frontex, e degli arresti dei migranti in tutto il Nord Africa. Grazie ad accordi come quello che l’Italia ha appena firmato con la Libia per il pattugliamento congiunto. I migranti intercettati d’ora in avanti saranno respinti nei porti libici, contro i richiami del 2005 della Corte europea dei diritti dell’uomo. Intanto, il 21 dicembre, l’area Schengen si è spostata ad est, inglobando nove Paesi europei. E l’Ue ha già provveduto a finanziare i nuovi gendarmi, costruendo un muro virtuale tra Slovacchia e Ucraina. Abbiamo messo on line il rapporto di JRS sui nuovi 10 Stati Membri dell’Ue, un’inchiesta dell’Iht sui 224 campi di detenzione per migranti in Europa, e una serie di esclusivi documenti ufficiali di Frontex: dal budget 2008 all’elenco dettagliato delle 22 missioni operate dall’agenzia nel 2007

lunedì 12 novembre 2007

BASE USA VICENZA AN COPRE TENTATO OMICIDIO

Apprendiamo che Alleanza Nazionale ha deciso di dare copertura a quello che, secondo le testimonianze raccolte, potrebbe configurarsi come un tentato omicidio.La versione dell’avvenuto, confermata da testimoni oculari terzi – non da manifestanti, dunque – è chiara: il militare dell’aeronautica ha deliberatamente tentato di investire più persone e ne ha travolta una, mentre altre persone sono state sfiorate o si sono dovute gettare ai lati della strada. Una provocazione – l’ennesima – contro chi, pacificamente, si batte per la difesa della propria città. Che poteva avere, tra l’altro, conseguenze ben più gravi.Ci aspettiamo una chiara presa di posizione del Prefetto e del Sindaco; si possono condividere o meno contenuti e modalità della protesta, ma non è accettabile che chi manifesta le proprie convinzioni rischi di essere investito o aggredito. Se a Vicenza esiste ancora la libera espressione delle idee, chi rappresenta le istituzioni deve battere un colpo. La presa di posizione di AN è sorprendente quanto grave: dare copertura politica all’investimento volontario di una persona dimostra l’inconciliabilità di questi politici con la dialettica democratica. Alleanza Nazionale ha scelto di assumersi la responsabilità politica di atti di violenza contro coloro che, da più di un anno, si battono pacificamente contro la costruzione della nuova base Usa. Presidio Permanente, Vicenza, 12 novembre 2007

martedì 2 ottobre 2007

G8 GENOVA

ADERITE ALLA PETIZIONE ONLINE PER RICHIEDERE L'APERTURA DI UNA COMMISSIONE D'INCHIESTA SUI FATTI DI GENOVA: http://www.petitiononline.com/ca83100/petition.html

DIFFONDETE!

LE PAROLE CHE CHIARA SCRIVE PER CARLO www.myspace.com/carlovive

CARLO

Carlo è morto.
Carlo è morto per strada.
In una piazza.davanti a una chiesa.
E' morto a 23 anni.è morto in una giornata di sole.
Era luglio.
(ninetta bella morire di maggio(luglio) ci vuole tanto,troppo coraggio.
Carlo "sotto" aveva un costume,per andare al mare.rosso,il costume.
Come il cuore.
Rosso.
Come la bandiera. Quella della roma, quella dello scudetto, quella dell'ultima giornata felice della sua vita.
Rosso, come il sangue, il suo, il nostro, quello di piazza Alimonda.
Quello sulla pietra.
Pietra sospetta, sparita.
Carlo se lo sono portato via. Come? L'hanno caricato.
Dove?
Su una di quelle sacche grige dove ci mettono i morti.
Ma dove?
In ospedale.
Dicono loro.
Al forte san giuliano diciamo noi.
A Carlo hanno aperto la testa. Dove?
In piazza, al forte san giuliano. Perchè?
Perchè dovevano riprendersi il gioiello? Ma che gioiello?
Quello là, il proiettile vietato.
Quello che la nato ha bandito.
Quello che neanche in guerra può essere usato.
Lo hanno estratto, il proiettile vietato, bandito, nascosto.
A carlo la testa gliel'hanno aperta, gliel'hanno richiusa.
La testa.
E poi lui, nella sacca grigia.
E l'hanno portato in sopedale.
Dove un dottore, uno di quelli precisi, dopo averlo studiato attentamente ha detto che Carlo non aveva fratture.
Carlo poche ore prima era stato investito da un defendere, tre volte.
Avanti. SBAM.
Restromarcia.SBAM.
Avanti di nuovo.SBAM.
Ma carlo non aveva fratture.
il modico era uno preciso.
Carlo è stato restituito tutto fasciato.
Anche il cervello gli hanno pesato.
Nessun proiettile trovato.
Nessun foro d'uscita.
Forse l'ha inghiottito.
Il proiettile, il medico preciso.
Carlo è morto.
Noi con lui. Ma è venerdì sera e bisogna uscire.
E' d'obbligo il venerdì sera ridere.
Era venerdì anche quella sera?
Era venerdì il 20 luglio di quella piazza?
Si forse.
Carlo è morto.
Ma vive.vive...........CHIARA.

Da CARLO VIVE www.myspace.com/carlvive LEGGETELO TUTTO PER FAVORE!!!!

Oggi ho incontrato 150 ragazzi,ho stretto 150 mani,sorriso a 150 visi,ho incrociato tanti occhi,ho ascoltato tante storie.ho incontrato laura,sta per diventare mamma,un bambino, lo chiamerà libero,con l'augurio che lo sarà sempre nella sua vita,laura 7 anni fa aveva 20 anni e la voglia stretta in pugno di cambiare il mondo.laura 7 anni fa era a genova.

Ho stretto le mani di enrico,con gli occhi azzurri e profondi come l'orizzonte che ti si apre davanti quando vedi il mediterraneo dalla lanterna di genova ,oggi enrico ha 32 anni,fate voi i calcoli,7 anni fa enrico voleva un mondo migliore,con la facciona del che sulla pancia e una bandana rossa stretta al collo.

Ho sorriso a giulia 25 anni una sedia a rotelle 37 kl di voglia di vivere,giulia 7 anni fa camminava,anzi correva come mi corregge lei,correva via per scappare dalle manganellate dei poliziotti,e da quel terribile odore che si alzava in quella strettoia che era ed è via tolemaide.

Ho incrociato gli occhi di serena 52 anni,3 figli,la sua gioia e il suo orgoglio,uno fa il dottore dice mostrandomi le fotografie che porta sempre con sè nel portafoglio,un'altra si asta laureando e la più piccola è mamma di due gemellini,i suoi nipotini,con gli occhi verdi della nonna.7 anni fa serena girovagava con in cuore la speranza e la gioia,quella delle occasioni importanti,e le mani dipinte di bianco.

Ho ascoltato lam storia di gennaro 25 anni,si sta laureando gennaro,vuole fareil dottore lui,lui vuole curare i detenuti,lui vuole curare i più deboli,lui vuole fare agli altri quello che "alcuni" non fecero a lui 7 anni fa nella caserma/lager,quella in cui nessuno ha visto,nessuno ha fatto,nessuno ha sentito,dicono addirittura che nessuno c'è stato.

150 storie,150 vite,anzi più di 150 vite,interconnesse tra loro,incrociate con quelle delle persone che li amano questi 150 MORTI DI GENOVA,legati tra di loro da un filo nero di morte rabbia e disperazione.
CHI SONO? alcuni dei tanti che a causa dei gas lacrimogeni e urticanti lanciati per le vie di genova in quelle gironate oggi hanno una grave forma di CANCRO AI POLMONI.

Molti di loro stanno morendo.
Laura spera di riuscire a mettere al mondo il suo bambino,che sogna con le fossette "bellissime come quelle del suo papà" arturo,che trema quando stringe la mano della sua compagna e trema più forte quando incrocia il mio sguardo chiedendomi,"voi potete fare qualcosa?", Laura spera dio riuscire almeno a vederlo il suo bambino,"libero"....
Giulia se ne sta andando lo sa e me lo dice senza troppi giri di parole guardandomi piccolina dalla sua sedia a rotelle,se è qua è perchè vuole giustizia non per lei ma per gli altri,lei nella giustizia ormai non ci crede più,e neanche in un mondo diverso crede più...serena mi confida tenendomi stretto il braccio che lei vorrebbe solo vedere i suoi figli sereni prima di andarsene, e me lo sussurra zitta zitta come se io fossi il padreterno che può concederle una manciata di giorni in più Gennaro,invece,ecco Gennaro, Gennaro vuole semplicemente vivere, per vederlo questo cazzo di mondo migliore...solo questo. Io non lo so non lo so più..RACCONTATE DI GENOVA,DI CARLO,DELLE PERSONE TORTURATE, SPOGLIATE DI DIRITTI E DIGNITA',RACCONTATE DEI GAS LACRIMOGENI E DI QUESTE PERSONE CHE ORA A CAUSA DI QUEI GAS HANNO IL CANCRO. AIUTATECI, AIUTATEMI,IO E GENNARO VOGLIAMO UN MONDO MIGLIORE E ANCHE GIOCARE A CALCETTO SE UN GIORNO RIUSCIRà A FARCELA.

ENZO,CARLO VIVE

MAI PIù VIOLENZA SULLE DONNE IN TUTTO IL MONDO!!!

Non conobbi mai Paloma, ma sua madre mi parlò di lei. Paloma era una delle diverse centinaia di giovani donne assassinate a Ciudad Juárez, una città al confine tra Messico e Stati Uniti. Peroltre un decennio, queste donne furono rapite, torturate, stupratee uccise. Le autorità fecero ben poco per indagare, perseguire o fermare questi delitti perché si trattava di donne povere, inermi, politicamente ininfluenti. Molte erano giunte a Ciudad Juárez per lavorare nei maquiladoras, stabilimenti di assemblaggio costruitidalle multinazionali sul confine messicano, attirate dalle agevolazioni fiscali e dal basso costo della manodopera messicana. Le giovani donne come Paloma hanno alimentato il fenomeno della globalizzazione economica nella speranza di ricavarne qualcosa, diventandone altresì le vittime. Ciò che spicca in questo caso è il coraggio delle madri delle donne uccise a Ciudad Juárez. Le madri si sono organizzate tra di loro e chiedono giustizia. Assieme a loro e ad altri, lo scorso anno Amnesty International è riuscita a esercitare pressione sul governo federale del Messico affinché si impegnasse afar cessare le uccisioni. La storia di Paloma è soltanto uno tra imilioni di esempi della più vergognosa infamia dei nostri tempi: la violenza sulle donne. In Asia e Medio Oriente le donne vengono uccise in nome dell'onore. Nell'Africaoccidentale le ragazze sono sottoposte amutilazioni genitali femminili in nomedella tradizione. Nell'Europa occidentale le donne migranti e rifugiate sonoattaccate perché non accettano le usanze sociali della comunità che le ospita. Nella regione meridionale dell'Africa le ragazze sono stuprate e infettate con il virus dell'HIV/AIDS perché coloro che abusano di loro sono convinti che fare sesso con una vergine li guarirà dalla malattia. Infine, nei paesi più ricchi e più sviluppati del mondo, le donne vengono picchiate a morte dal proprio partner. Questo tipo di violenza si diffonde perché sono troppi i governi pronti a chiudere un occhio e a lasciare che la violenza sulle donne abbia impunemente luogo. In troppi paesi, le leggi, le politiche e le usanze sono discriminatorie nei confronti delle donne: negano loro glistessi diritti degli uomini, rendendole così più vulnerabili di fronte alla violenza. La proliferazione delle armi di piccolo calibro, la militarizzazione in atto in molte società e l'attacco al cuore dei diritti umani nell'ambito della "guerra al terrorismo" non fa che peggiorare il calvario di molte donne. I diritti umani sono universali: la violenza sulle donne è un abuso dei diritti umani su scala universale. Donne di continenti e paesi diversi, di religioni, culture e retroterra sociali differenti, istruite o analfabete, ricche o povere, sia che vivano in guerra o in tempo di pace, sono legate dal filo comune della violenza subita da gruppi armati o dalloStato, dalla comunità o dalla loro stessa famiglia. Trattati e meccanismi internazionali sono davvero utili soltanto se applicati in modo appropriato. Altrimenti restano parole nell'aria. Leggi e politiche possono offrire protezione solo se rispettate. Altrimenti restano parole scritte. I diritti umani diventano una realtà soltanto se forniscono uguaglianza e protezione altrettanto reali. La sfidacontinua a essere un cambiamento che possa realmente fare la differenza nella vita delle donne. È ciò che le donne di tutto il mondo chiedono oggi. Attraverso la campagna "Mai più violenza sulle donne ", Amnesty International unisce la sua voce a quel richiamo all’azione. Abbiamo lavorato assieme a molte persone all'interno e all'esterno di Amnesty International per disegnare una campagna mondiale per chiedere un cambiamento a livello internazionale, nazionale e locale attraverso attori e azioni differenti. Chiediamo ai leader, alle organizzazioni e ai privati cittadini di impegnarsi pubblicamente per rendere i diritti umani una realtà per tutte le donne. Attraverso l'attività di lobby sui governi chiederemo loro di ratificare senza riserve la Convenzione per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne e il relativo Protocollo opzionale. In alcuni paesi chiederemo l'abolizione di leggi che discriminano le donne e che perpetuano la violenza contro di loro. In altri, chiederemo l'adozione di leggi che proteggano le donne, criminalizzino lo stupro e altre forme di violenza sessuale. Ascolteremo la voce delle donne, lavoreremo al loro fianco e le aiuteremo a organizzarsi. Coinvolgeremo le comunità e le autorità locali affinché sostengano programmi che permettano alle donne di vivere libere dalla violenza. Questa campagna è diversa da tutte le altre in quanto chiede a ognuno di noi di assumersi la propria responsabilità. La violenza sulle donne cesserà soltanto quando ciascuno di noi sarà pronto ad assumersi l'impegno: a non commetterla, o a non permettere che altri la commettano, a non tollerarla, o a non arrendersi finché essa non sarà eliminata in ogni parte del mondo. La violenza sulle donne è universale ma non è inevitabile. Le nostre mani la fermeranno. Possiamo farcela, e ce la faremo grazie a voi.

Irene Khan, Segretaria Generale di Amnesty International

DIRITTI UMANI IN PERICOLO IN MYANMAR

Myanmar è in atto una violenta repressione delle manifestazioni pacifiche, che si stanno svolgendo in tutto il paese da oltre un mese.Il 25 settembre circa 300 persone sono state arrestate durante le protestee tre monaci sono stati uccisi: uno da un colpo d'arma da fuocoe gli altri due a seguito di un pestaggio. Il giorno dopo vi sono statealtre vittime, e almeno un giornalista è rimasto ucciso.Fonti non ufficiali hanno fatto sapere ad Amnesty International che oltre50 monaci sono rimasti feriti. Le ultime notizie ricevute da Amnesty International in queste ore non sonoincoraggianti. Numerosi raid da parte della polizia stanno avendoluogo in queste ore nei monasteri buddisti di Yangon e in altre città del paese, non si conosce ancora il numero preciso dei monaci arrestatie delle persone rimaste ferite.Per scongiurare il ripetersi del bagno di sangue del 1988, quando furonouccise circa 3000 persone, Amnesty International ha lanciato un appello alle autorità di Myanmar chiedendo loro di mettere fine alle repressionicontro i dimostranti pacifici e garantire il rispetto del diritto dimanifestazione.ANCHE TU PUOI FARE QUALCOSA DI IMPORTANTE!FIRMA L'APPELLO ON-LINE A QUESTO INDIRIZZO: http://www.amnesty.it/appelli/azioni_urgenti/Myanmar E INVIA SUBITO QUESTA E-MAIL AI TUOI AMICI CHIEDENDO LORO DI FARE ALTRETTANTO.Far sentire la nostra voce in questo momento è fondamentale. Insieme, lanostra voce può diventare più forte e salvare delle vite!
Amnesty International Sezione Italianahttp://www.amnesty.it

lunedì 13 agosto 2007

PETIZIONE IMPORTANTE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Firmate la petizione...e fatela girare a chi più potete..

Mi raccomando guardatevi i due filmati che ci sono sulla pagina della petizione!
e dopo esservi ripresi dalla shock..

FIRMATE LA PETIZIONE!!!!

http://www.interculturale.org/pages/gentilini.html

giovedì 9 agosto 2007

(Dal blog di Beppe Grillo - 8 Agosto)



"Ogni giornata speciale deve avere un inno. Ho chiesto a Leo Pari una canzone per l’otto settembre: “V-day, ci sei o non ci sei”. Scaricatela. Cantatela. Suonatela. Ragazzi deve diventare l’hit dell’estate."
Beppe Grillo

http://www.beppegrillo.it/audio/vday_leopari.mp3
http://www.beppegrillo.it/video/vday_leopari.mp4
http://www.beppegrillo.it/video/vday_leopari.3gp

Qui potete vedere il video su Youtube oppure qui a fianco in inno al V-DAY"!!!!!

http://www.youtube.com/watch?v=h1986jyBRvo

mercoledì 8 agosto 2007

AFGANISTAN

Sabato, 4 agosto 2007 AFGANISTAN

Ciao a tutti,stamattina ha ripreso le attivita' cliniche anche l'ospedale diLashkargah.Dopo, la festa di riapertura organizzata ieri sera dallo staffnazionale, stamane i primi pazienti:un uomo sparato al gomito 3 giorni fa a Grishk,un ferito dei bombardamenti Nato di giovedi pomeriggio sul mercato diShah Ebrahem, nel nord della provincia di Helmand,un militare fuori servizio ferito dallo scoppio di una bomba sulla strada daKhandahar a Lashkargah.Tutti e tre i pazienti sono stati operati e ora sono fuori pericolo.L'ennesima conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, di quantonecessario sia il nostro lavoro in questo paese che sembra proprio nonpoter trovar pace.

sabato 14 luglio 2007

Da allistante@emergency.it

Se volete ricevere anche voi le newsletter settimanale da emergency con le notizie,gli appuntamenti e le attività svolte cliccate qui http://www.emergency.it/menu.php?A=009&ln=It

Emergency in Afganistan

Il 26 giugno, dopo due mesi esatti dalla sospensione del programma
Afganistan, Emergency ha ripreso l'attivita' nell'ospedale di Kabul,
limitatamente alla chirurgia di guerra. Presso l'ospedale operano 118
membri dello staff locale (medico, paramedico e ausiliario) e 8 membri
dello staff internazionale.
Il 28 giugno un'alluvione ha colpito la valle del fiume Panshir, due
giorni dopo Emergency ha riaperto il Posto di primo soccorso di Anabah
per fornire assistenza sanitaria alla popolazione e provvedere alla
distribuzione di beni di prima necessita'.
Il 30 giugno è stata riaperta la clinica nel carcere di Pol-i-Charki,
a Kabul.

Il 7 luglio e' stato riavviato l'ospedale generale di Anabah, dove sono
attualmente impegnati 128 membri dello staff nazionale, in attesa di
essere raggiunti dal personale internazionale di Emergency.
Nelle prossime settimane si procedera' alla riapertura delle altre
strutture di Emergency per tornare a fornire assistenza sanitaria di
alto livello e gratuita a chiunque ne abbia bisogno.

mercoledì 27 giugno 2007

FINALMENTE EMERGENCY TORNA A KABUL!!!!!!!!

Spero non me ne voglia "La Repubblica" per aver preso spunto da un loro articolo....
Dopo la liberazione di Rahmat Hanefi, Energency torna in attività. Per ora i ricoveri sono limitati alla chirurgia di guerra ma presto saranno operative tutte le strutture
Ha riaperto oggi, alle 8 ora locale, l'attività nell'ospedale di Kabul dopo il rilascio di Rahmatullah Hanefi, che era stato arrestato dalle autorità afgane perché accusato di aver collaborato con i Taleban. Hanno così operato i primi due feriti da proittile.. Al momento l'ospedale di Kabul opera sotto la direzione di Gino Strada che "ha convocato collaboratori locali di Emergency conosciuti, formati ,sperimentati' negli anni trascorsi. Nell'insieme, 118 persone fra personale medico, paramedico ed ausiliario. A breve raggiungerà l'Afganistan altro personale internazionale di Emergency". Al più presto riapriranno, poi, le altre strutture dell'associazione: la maternità e la pediatria di Anabah nel Panshir, il centro chirurgico di Lashkar-Gah nell'Helmand, e le altre 29 cliniche. "Di tutto ciò - precisa Emergency - sono ovviamente a conoscenza le autorità del paese". La liberazione di Hanefi era stata posta come condizione da Gino Strada per riprendere l'attività nel Paese. "Ringraziamo - sottolinea Emergency - coloro che in questi mesi ci sono stati vicini e invitiamo alla ripresa delle iniziative di raccolta di fondi a sostegno dell'intervento di Emergency in Afganistan, che avevamo chiesto di interrompere durante la sospensione delle attività".
(26 giugno 2007)
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